Nella rete

Eccoci con un nuovo racconto che la nostra Deborah R. ci regala… sempre ispirandosi alle calze, ai vari modelli e ai mille modi in cui le possiamo usare… oggi come avrete capito dal titolo ci dilettiamo con le calze a rete. Buona Lettura!! 

 

RETECLASSICAUn meeting di lavoro, un vestito da scegliere. Lo scopo è comunicare affidabilità, sicurezza, successo.  Tubino nero? Tailleur? Serietà certo ma senza arrivare alla severità. “Questo mi sembra perfetto” pensa Luna davanti al suo armadio. Una longuette grigia, sobria, con un discreto spacco laterale. Una camicia dal taglio tecnico e moderno, fuxia come le azalee in primavera ed un irrinunciabile tocco di classe: le calze a rete. Trama larga, colore grigio, come le scarpe.

Si veste con cura, si trucca dolcemente e si lega i capelli in una coda di cavallo altissima. Sorride guardandosi allo specchio: è bella, curata, decisa. “Ce la faccio! So cosa fare” – ed esce, sicura di sé. Il meeting è stato un successo e gli occhi degli uomini presenti tutti sulla sua persona..

Torna a casa e parcheggia la macchina. Scende e lo vede. Appoggiato sul cofano della sua auto, Luca la guarda.. come se la guardasse da ore, da sempre. “Sono in ritardo?” – chiede Luna timidamente. “No”.

In un attimo le certezze di Luna cadono come cade a terra un vestito appena slacciato. E’ severo lui. Entrano in ascensore. Lei respira vistosamente. Lui se ne accorge e parla. “Che look. Dovevi stendere qualcuno? Ci sei riuscita? Ti sei fatta sentire? Hai sostenuto le tue ragioni? Come si fa a non dar retta ad una donna così decisa! Il fuxia è aggressivo. E le calze a rete una provocazione”.  Luna si chiede se può ridere di ciò ma si limita a sorridere. 

Luca le toglie ogni sicurezza. La fa sentire una vela in balia del vento. Senza skipper. Entrano in casa e lei accenna a qualche gesto quotidiano come lasciare la borsa sulla sedia dell’ingresso, mettere le chiavi nello svuota tasche, far finta che il suo cuore non stia per bucarle il petto. “Togli quella camicia, non fa per te. Ha un taglio troppo geometrico, è per una donna sicura di sé. E tu non lo sei”. Luna ingoia una lacrima e la verità. Toglie la camicia, esegue un ordine. Le toglie la gonna e Luna rimane sirena in trappola, con le gambe nella rete e il petto e la schiena esposti alla voglia di lui. Luna impazzisce per quest’uomo: sa molte cose, raccontate dalla sua stessa voce e sa dettagli che lui non sa che lei ha avuto come “pacchetto informativo”, ancor prima di conoscerlo di persona. E’ spaventata, eccitata, destabilizzata.

RETEQUADRA  (1)“Ti prendo quando voglio e come voglio” . La sbatte sul letto sfilandole le calze con una certa forza, poi le gira la rete grigia intorno ai seni. “Ora sei in trappola. La mia”. E’ passata più di un’ora quando Luca, vestito, sbatte la porta, di spalle. Luna è ancora sul letto, la rete sul parquet come resto di guerriglia ed il suo busto come una scacchiera su cui muovere la Regina, per fare scacco al Re. Matto. 

Una rete trasferita sulla pelle, righe e spazi riempiti di baci, di sospiri, di incertezze; un’intermittenza di speranza, di voglia e tanto tanto vento che rende Luna instabile e che in un batter di ciglia porta via i segni e la pelle torna pelle.

Deborah R.

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