Nero e avorio…opposti indivisibili

Dopo le parigine, questa volta Luna gioca con le sue autoreggenti…

“Lo guardava andarsene dalla finestra con passo freddo mentre lei si metteva addosso un kimono sulla schiena nuda per tenere ancora il caldo dell’amplesso ed il profumo di lui che la faceva sentire così donna.  Le parigine scomposte sussurravano che era già finito; anche questo fuoco aveva bruciato il suo piacere.. e senza un sorriso, restava cenere di desiderio. Luca la intrigava, le ispirava pensieri e fantasie dalle prime volte che lo aveva incontrato, sentiva qualcosa di affine; lui era già quello che in lei stava nascendo: un’onda di voglie e di passione. Era vivace lei ma c’era qualcosa che la bloccava, qualcosa di lui che congelava la sua eccitazione in una insolita timidezza, verbale e nei gesti. Luna era onesta, sincera, non usava strategie, non nella vita, non giocava con i sentimenti.. ..ma non resisti’ all’impulso di giocare con il corpo ed i dettagli. Era una donna sensuale ed osò.

Un altro giorno.

autoreggente nastrino  (1)

Luca suona il campanello; Luna apre. Si guardano per un attimo.

Lei si gira dopo aver chiuso la porta, lui la sta guardando, dalla testa alle caviglie.

Un vestito stretto, il collo all’americana lascia scoperte le spalle, come un tanga, il tessuto cade sui fianchi stretti fasciandole il culo dove gli occhi di Luca si sono fermati, accesi.

Calze nere spuntano
 dall’orlo dell’abito, fino alle scarpe di vernice col cipria.

Luca le infila la lingua in bocca, e lei, muta, gli sbottona la camicia; lui le apre la zip del vestito e lo fa scivolare sul pavimento carezzandole i fianchi con le mani, stringendo la carne delle cosce  in una morsa che la fa gemere.

Fa un passo indietro, la guarda, si accorge di lei, della sua mossa sulla scacchiera per farlo restare senza fiato in un cortocircuito di desiderio prepotente.

Un corpetto di tulle nero con un nastro di raso color avorio sul bordo del seno; le cuciture chiare come il nastro, gli slip piccolissimi e deliziosi le stanno sui fianchi come mani e sulle gambe autoreggenti di tulle,  con il nastro malizioso in contrasto segnano la strada per l’acqua che spenga l’onda di quel desiderio. La prende con forza, la solleva e la spinge contro il muro. E’ forte Luca.

Con le mani le tiene le natiche, le palpa, mentre Luna avvolge le gambe intorno alla sua vita, è persa ad occhi chiusi e con le unghie lascia il suo segno sulla schiena muscolosa di lui, che sembra un animale.

Nero ed avorio, la strega e la sposa. Tutto ciò che vuoi.

Guardami, desiderami toccami, prendimi, saziati, stancati, gioca, divertiti, usami.. questo può dire una donna ad un uomo, anche senza parlare.

Avorio e nero, come i tasti di un pianoforte. Musica”.

Deborah R.

Luna…

Oggi un post tutto speciale. Un post che parla di calze, che racconta di una donna..che ci fa sognare e sospirare. Sono i racconti del blog scritti da Deborah Riccio, anche lei amante delle calze, della penna e della sensualità.. ha mescolato questi tre ingredienti e ne è nata Luna, la nostra protagonista. Subito amata da Madame G. che vede in lei una sua proiezione letteraria… leggiamo di Luna e impariamo a conoscerla e a considerarla nostra amica. A presto! Madame G.

 

parigina ricamata

parigina ricamata

“Luna è una donna particolare, dalla bellezza costellata di dettagli come diamanti.

Ha occhi scuri e pelle ambrata, intelligenza e sensualità.

Entra in un negozio per comprare un paio di calze nuove. Le vuole particolari, proprio come l’uomo che da un po’ di tempo le occupa i pensieri e le voglie.

Vuole qualcosa che regali un brivido e che sia solo la scintilla di ogni altra, seguente azione.

Niente di volgare, qualcosa che al solo sguardo faccia sospirare.

Scelte. Parigine.

Nere. Morbide, impreziosite dalla trama traforata, dal bordo che dolcemente sfiora la pelle come promessa di una carezza fatta da mano calda, rese vezzo da un fiocco delicato.

A casa, dopo aver lisciato la pelle con olio profumato, indossa un completo nero che sembra dipinto addosso e le sue parigine che si slanciano dalle deliziose scarpe verso il ginocchio, lo coprono per poco e si fermano sul punto che dovrà essere accarezzato..

Lui arriva; la vede; il suo sguardo scivola dai capelli lunghi e lisci ai suoi occhi arrendevoli, dalla camicia stretta di tulle, alla longuette con lo spacco che svela le cosce nude, fino alle parigine che coprono ed invogliano, lasciando scoperti puntini di pelle come stelle; tace; le prende il viso e la bacia; le sue mani scivolano sulla schiena, sul sedere, fino al ginocchio. Le sue dita si infilano sotto il bordo delle calze, sfiorando il retro del ginocchio. La sente sospirare; la bacia ancora e slaccia il fiocchetto malizioso.

Ed ora, possiamo solo guardare dal buco della serratura”.

Deborah R.