Mask-Calzino, calzini per tutti i gusti

2014-03-25 16.30.27Qui sul blog Calzediseta è tempo di calzini. Oggi nuova intervista per conoscere un altro brand di calzini. Da tempo ci confrontiamo su mode e tendenze sulla mia pagina facebook e finalmente è arrivato il momento di una chiacchierata più approfondita per conoscere questa azienda. Giovane e promettente, punta tutto sulla qualità e su un marchio originale e italiano. Si chiama Mask-Calzino e propone una serie di modelli sia per uomo che per donna, classico, fashion e sportivo. A fianco a Mask-Calzino c’è Fibre docg,azienda madre che da tempo lavoro per private label di grande prestigio. Leggiamo un po’ cosa ci racconta Tiziano Stellato di Mask –Calzino.

Quando nasce Mask-Calzino?? e qual è la sua mission nella moda? Mask-Calzino nasce nell’agosto 2013, dunque brand giovane e fresco!! La sua mission? E’ dare slancio al Made in Italy prodotto con gusto e originalità distinzione dalla merce Cinese o turca.

Che ruolo ha la calza nella moda oggi secondo voi? La calza è un accessorio importante per un abbinamento giusto. Da noi la calza viene interpretata come un accessorio di tendenza e vedendo le nuove collezioni di abbigliamento. La calza ha sempre una notevole importanza.

Qual è il modello che più vi piace della vostra produzione e cosa vi caratterizza? Oltre le calze in tinta unita che sono articoli continuativi, abbiamo uno staff che crea le trame e gli accostamento colori, fondamentali per una buona riuscita delle calze di tendenza.

Fibre_sportDa cosa prendete ispirazione per i vostri modelli?  Nella Azienda Fibre docg abbiamo una persona che si dedica alla visione delle sfilate e manifestazioni a livello italiano, al rientro in azienda abbiamo tutto il materiale fotografico e video per poi lavorare sulle proposte moda della prossima stagione.

Spendiamo qualche parola in più per le calze da uomo… Le calze da uomo….un nostro punto forte!!!  Dalla calza a gambaletto alle calze corte sia in tinta unita che in fantasia estive invernali e in cashmere!!

Parola d’ordine per la vostra produzione? I nostri artigiani conoscono bene la parola d’ordine dell’azienda!!! Le calze sono sempre monitorate dai nostri artigiani perché abbiano le qualità e e la comodità che la calza stessa non stringa sulla gamba e non scenda. Massima attenzione per poter avere un alto standard qualitativo!!!

Che tipo di filati utilizzate? I filati che usiamo sono: cotone 40/2 per la stagione primavera-estate e il 16/1 per le stagioni autunno-inverno, un filato che rende la calza invernale più morbida e più calda al tatto ( a differenza dei filati orientali 20/1 che al tatto rimane leggera e grezza) e poi un articolo di nicchia che è il filato di cashmere per produrre calze da uomo, da donna e parigine.

Che tipo di target avete?  Il target è per tutta la famiglia perché produciamo il baby, il bimbo/a, la donna e uomo.

Dove si possono comprare le Calze  Mask-Calzino? Le calze Mask-Calzino si trovano in tutta Italia, nella piccola distribuzione locale, nei negozi, nelle boutique a cielo aperto, oltre a manifestazioni e fiere a carattere locale e regionale.

Madame G.

ZOHARA, ECCENTRICITA’ E ORIGINALITA’

Più volte nelle mie pagine facebook o twitter  vi ho anticipato le foto e una recensione dedicata alle calze Zohara. Finalmente ci siamo. Dopo l’intervista fatta per conoscere meglio il brand (questo è il link per chi se la fosse persa https://calzediseta.wordpress.com/2014/02/26/calze-zoharaeffetto-wow-assicurato/) ora è tempo di indossare le calze Zohara e farvele vedere.

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La prima cosa che salta all’occhio è la loro eccentricità. Hanno un packaging prezioso, di grande effetto, bello ed elegante. E cosa dire del design? Nuovo è l’aggettivo che mi viene spontaneo. Eh sì, perché non sono i soliti pois, righe e fiori o le fantasie canoniche a cui siamo abituate (senza nulla togliere agli altri brand), Zohara propone una collezione di disegni del tutto diversi, particolari e originali: dai cuori ai puzzle, dai fiori alle scritte, dalle città ai palazzi e così via… dovete assolutamente visitare il sito e sfogliare il loro catalogo per rendervi conto di quanto vi sto dicendo. L’idea di queste calze, prodotto rigorosamente made in Italy, che sposa la matita e la fantasia di design internazionali, nasce dalla testa e dal cuore di una ragazza che incarna quelli che sono i desideri per creare una calza diversa dalle altre. Le calze Zohara (che significa Glamour in ebraico) si fanno notare, sono comode, sono pesanti, sono giovani, sono originali. Inoltre offrono fantasie e disegni sulle gambe  per tutti i gusti e le personalità.

Dai colori sgargianti come il rosso, il blu, l’arancio o il senape fino alle più “sobrie” nere, bianche e grigie potete scegliere la calza giusta per il vostro outfit. Obbligatorie scarpe scollate e tacchi per non nascondere la bellezza dei disegni proposti, banditi dunque gli stivali, concessi al massimo i bikers, ma quelli alla caviglia.

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Quando indossate un paio di calze o di leggings Zohara vi rendete conto della loro morbidezza, del tessuto elastico da 120 denari, che si adatta a qualsiasi fisicità e che non stringe  e non ha cuciture. Dunque calze non solo dal design accattivante, ma anche pratiche e di grande vestibilità.

 

Anche chi odia le calze e soffre il freddo con questi modelli non avrà più scuse e se siete eccentriche come le fantasie che Zohara vi propone il gioco è fatto, avete trovato le calze perfette per voi. L’unico neo di Zohara è che al momento produce solo collant e leggings da 120 denari, già in preparazione la collezione 2014/15 ..per cui rimaniamo in attesa di scoprire i nuovi stili, colori e proposte fantastiche e fantasiose. Sperando che presto arrivino anche parigine o autoreggenti e una collezione primaverile. Io sono molto curiosa…e aspetto fiduciosa!

Dalle foto che vi propongo potete scoprire le mie calze Zohara, modello città e modello palazzi gemelli. Due tipi di fantasia moderna e dinamica che danno slancio alle gambe e che permettono di spaziare negli outfit. Personalmente mi hanno permesso di variare su outfit più sportivi e grintosi, ma a breve vedrò di indossarli con tacchi e vestiti..vediamo cosa riuscirò a inventarmi.

Madame G. 

Foto by Salvatore Romano

 

Primavera 2014 Calzedonia: di nuovo leggings

La primavera è ufficialmente arrivata, anche se ancora il clima non si è stabilizzato. La voglia di sole e di tepore è tanta…e alle prime belle giornate è normale avere voglia di alleggerire outfit e colorare un p’ il proprio abbigliamento.  In questi giorni avrò diverse cose da farvi vedere…le nuove collezioni già sono pronte nei negozi e visibili on line, e curiosa come al solito ho scaricato il catalogo di Calzedonia per vedere cosa il brand più conosciuto in fatto di calze ci propone per questa primavera 2014.

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Da grande amante delle calze la delusione è stata troppo grande nello scoprire che come quest’inverno e come lo scorso anno ampio spazio è occupato dai leggings. Una storia che si ripete, dettata dal mercato delle tee- agers..inutile negarlo. Torna il solito leggings con gli strappi, impreziosito questa volta dall’effetto rete che si intravede da ogni taglio.. e poi leggings maculati per le amanti dell’animalier, leggings effetto pelle per le ragazze un po’ rock… (e non vi nego che avrei una certa curiosità di vedere come mi starebbero), leggings a righe, floreali, a pois, effetto jeans  e a colori..  In tutti questi casi fantasie appariscenti, sicuramente non adatte a tutte.. soprattutto quando ci troviamo davanti a capi con il fondo bianco o comunque chiaro..con effetto di ingrossamento immediato.  E non aggiungo nessuna cattiveria sul leggings effetto rosa dorato.

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Passiamo ai collant. Il più bello, parto subito da questo, è quello in grigio, nelle sue gradazioni di colore, dal grigio chiaro a quello più scuro. Lo trovo elegante, adatto a diversi tipi di outfit e lo consiglio di cuore…anzi sarà uno dei miei acquisti di stagione, considerando che il mio armadio ha molti abiti sia grigi che neri da abbinarci.  Altro pezzo che si fa notare positivamente il collant che gioca sul contrasto velato/coprente e quello con le farfalle, ma nemmeno tanto originali, visto che già altre marche hanno proposto questo tipo di cose e la stessa Calzedonia quest’inverno ci ha regalato un modello coprente-velato.

Tornano le calze a rete e le calze traforate. No assoluto alle calze finta parigina con lo skyline delle città e ai collant chiari con effetto tattoo di frasi..come se scritte sulla pelle. Carino il collant chiaro con riga dietro e fiocchettino in tessuto applicato…ma preferisco in questo caso un’autoreggente o una calza da reggicalze. Il collant con la riga è un tentativo di rendere comodo un capo sensuale, che in questa forma perde tutta la sua eleganza e seduzione. Ma queste, continuo sempre a ripetervi, sono solo le opinioni di un’amante stravagante delle calze…

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Voi avete già comprato qualcosa? Diteci…

Madame G.

A San Valentino fai l’amore con il colore…regala un calzino Chillipie

San Valentino si avvicina …donne avete già deciso cosa regalare ai vostri uomini. Lo so, è una festa un po’ inflazionata, ma che ci fa sempre piacere ricordare.. forse solo per il gusto di ricevere qualche regalo o di farlo. Inoltre fare un regalo a un uomo non è semplice come per una donna, che spazia dall’accessorio al capo d’abbigliamento, passando per la casa e la profumeria.. e perché no anche una capatina in gioielleria non sarebbe male… quando invece dobbiamo regalare una cosa a un uomo (fidanzato, amico, parente, amante..) ci assale un senso di ansia.

Per questo San Valentino 2014 nessuna paura e senza cadere in spese folli vi do qualche suggerimento. ..rimanendo sempre in tema di calze e calzini..

chillipie 5San Valentino in fondo fa rima con calzino e allora sbizzarritevi nell’acquisto di uno o più paia di calze, da abbinare a una bella cinta, all’intimo, alla cravatta. Delle calze che lo sorprendano, a con dei bei colori vivaci, a righe o fantasie alternative…rompiamo gli schemi e andiamo oltre le solite calze a tinta unita nere, blu o grigie.. quelle sono calze sempre di classe, eleganti, le calze per non sbagliare, ma per una giornata di festa come San Valentino bisogna giocare e divertirsi.

Chillipie made in Italy, nuovo e giovane brand sul mercato delle calze, ha una serie di modelli proprio interessanti, in diversi colori e soprattutto a saldo… per cui parola d’ordine è approfittare dell’occasione. (www.chillipie.eu)

Dalle righe ai pois, passando per le fantasie geometriche avrete l’imbarazzo della scelta e se siete amanti di un colore in particolare, consiglio di regalare un tris di calze con le stesse tinte, ma con le diverse fantasie…  oppure scegliere una fantasia e proporla nelle declinazioni di colori disponibili. Vediamo un po’…

Se il vostro lui è amante delle righe allora il Modello Michelangelo fa per lui nella versione arancio e blu se è un uomo creativo ed esuberante, nella versione rossa e marrone se è estroverso, ma senza eccessi. Se è uno da riga colorata classica consiglio il modello Venezia.

Passiamo ora alle geometrie per uomini che vogliono giocare con lo spazio e i colori. Se il vostro lui non ama le tinte sgargianti, ma preferisce tinte sobrie e più “timide” allora consiglio il modello Donatello, calze con tessuto a coste, con fantasia a righe larghe con tinte meno vivaci. Calzino che trovo molto elegante nella versione nera e adatto a qualsiasi tipo di vestito, più sportivo quello nella versione blu.

Qualcosa di più acceso e astratto per un lui design e fantasioso, un lui dall’allegria contagiosa è il Modello Leonardo: fantasia astratta a rettangoli di colore diversi, con variazioni sul verde, marrone o nero (quest’ultima mi piace molto).  O ancora il Modello Picasso, un gioco di linee orizzontali originali colorate a contrasto grigio chiaro/grigio scuro, viola/lilla, blu scuro/azzurro. La versione in grigio e in blu sono molto da manager, se invece avete un lui art director allora andate a colpo sicuro con la versione viola..

Se poi vi piacciono le sfide il Modello Anni 60, calzini verdi a pois gialli o gialli a pois viola fanno al caso vostro, soprattutto se avete un lui che ama far intravedere il calzino, magari arrotolando un po’ il pantalone. Molto vivaci anche la versione a coste bicolori o coste a tinte unite..(ma scegliete colori eccentrici…mi raccomando!!)Se invece siamo di fronte a un lui sofisticato il calzino a pois è la soluzione, nero a pois beije o rossi, modello Puntini.

Se volete un mio consiglio personale…io adoro sia per le tinte che per la geometria il modello Astratto che Archimede, in particolare in tinta azzurro e in tinta fucsia…

A questo punto collegati su http://www.chillipie.eu e a me non resta che augurarvi un Buon San Valentino….

Madame G.

Nude look vs calza coprente. Nessuna alternativa secondo le fashion blogger… ma perché?

Questo mese di ottobre è stranamente caldo. Da un po’ di tempo la temperature mite non si prolungava così a lungo… un clima che ci fa divertire anche con gli outfit…se non sono proprio estivi, ancora non ci siamo del tutto coperte.

Per quanto riguarda le calze c’è chi ancora si ostina con il nude look e c’è chi, come me, ama trovare delle interessanti alternative.  Io opto per questi periodi per gambaletti a vista con tacchi e stivali, per parigine, per calze a rete, dal motivo classico alla rete lavorata a fantasia geometrica, floreale, asimmetrica..anche colorata volendo, per arrivare alla calza velata liscia, lavorata, a fantasia… Insomma per quanto mi riguarda le aziende di calze ci mettono nella condizione di osare, strafare, inventare, sperimentare…ma soprattutto di indossare mille modelli diversi senza dover optare per il classico out out….nude look o coprente 100%.

collant neroCome suggeriscono diverse  fashion blogger, italiane e non : calza coprente anche  100 den o gamba nuda.  E davanti a un aut-aut  del genere mi chiedo… perché?

Perché evitare di indossare delle calze che non siano coprenti’ perché mettere da parte tutto quello che il mercato offre e con cui potremmo essere originali, elegante, fashion e di gusto…in fondo basta saperle abbinare, basta saper trovare la calza giusta con il vestito giusto.

Ammetto che non tutte sono capaci di farlo, per cui per non sbagliare è preferibile andare o senza calze o con una coprente nero che a sempre bene. Ma una fashion blogger che della moda segue tendenze e novità, e magari le tendenze le lancia e le rafforza, perché dovrebbe rinunciare a “giocare” con le calze.

IMG_4372Uso il verbo giocare, perché con la calza, come accessorio si rafforza il look, si esprime personalità e si sceglie quanto essere femminili e come dosare o dar forma alla propria seduzione. In fondo è un gioco che facciamo con noi stesse e con gli uomini… La calza, inoltre, aiuta a migliorare l’effetto della gamba. Prendiamo la calza velata, che facendo intravedere la gamba ne migliora il colorito rendendolo più omogeneo, dà un effetto diverso al tatto senza però essere troppo artificioso.

Invece si propende per un nude look, che impone di avere gambe perfette, dal colorito omogeneo, perfettamente depilate e dall’effetto naturale o per un coprente che di naturale non ha nulla, ma anzi è la perfezione (liscio, compatto, senza difetti) dato dall’artefatto… due forme di look completamente all’opposto.  Altro mio dilemma, a cui veramente non riesco trovare una risposta, e anzi chiederei di essere illuminata a riguardo: perché le fashion blogger predicano il nude look anche con –30 gradi?

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Perché soffrire il freddo in nome di una bellezza, che si può avere anche indossando non uno, ma mille modelli di calze diverse…in fondo le fashion blogger , che dovrebbero essere dotate di buon gusto, non dovrebbero avere difficoltà a scegliere il modello giusto per il loro outfit …o mi sbaglio??

Calze “Le Flu Flu”, per chi non ha paura di mostrarsi

Eccolo, un marchio nuovo che sta spopolando nell’universo “calza made in Italy”: Le Flu Flu. Un brand che nasce dall’idea giovane e allegra di due amici, entrambi appassionati di moda e in particolar modo di collant.
logoNe abbiamo parlato in un post di quest’estate dedicato ai calzini, ora approfondiamo la conoscenza di questa azienda con una chiacchierata, per scoprire idee, design e provocazioni di una collezione sicuramente diversa dal solito. Potremmo definirla sopra le righe, con le sue fantasie e i suoi colori vivaci. Un’idea di calze che può piacere o no, ma che si distingue con personalità nel panorama della produzione di calze e collant, per il suo clima festaiolo, giovane e fresco. Collant per una donna dinamica, intraprendente, coniuga una grande energia positiva e che non ha paura di mostrarsi.. Vediamo un po’ come…

Per voi cos’è la calza e come viene interpretata? Per noi la calza equivale all’abito per un grande couturier o grande sarto…quindi non è un accessorio ma cooprotagonista dell’abito.

Le Flu Flu è un brand nuovissimo, come nasce l’idea di disegnare e produrre calze? Nasce dall’idea di rendere le calze un vero e proprio indumento di seduzione.

Secondo voi che ruolo ha la calza nella moda oggi? E quanto si può osare nella moda e nel design con la calza? Mai come oggi la calza può comunicare con un design ricercato e originale ispirato anche al passato.

Nella vostra collezione vedo collant e calzini. E le autoreggenti dove sono? Non è da escludere l’autoreggente ma le nostre proposte creative ora si concentrano su motivi più adatti ai collant.

Dalla collezione vista ho notato che siete molto colorati, ironici. Mi accorgo che vi piace giocare con le gambe delle donne… Da cosa prendete ispirazione per i vostri modelli? L’ ispirazione nasce sicuramente dal passato…la collezione e’ molto colorata e le varie fantasie grafiche permettono di trasmettere stati d’animo e quindi evidenziare la nostra voglia di giocare…soprattutto per ridare al corpo la possibilità di comunicare attraverso le gambe.

Parola d’ordine per la produzione Le Flu Flu? La qualità italiana unita alla ricerca stilistica.

Che tipo di donna è la donna che sceglie le calze Le Flu Flu? E’ una donna che con leggerezza e allegria indossa le nostre calze con la consapevolezza di esprimere la propria femminilità.

Esiste un binomio tra femminilità e le Flu Flu? Sì, esiste nella possibilità di rendere sexy una donna con allegria.

Dove si possono comprare le vostre calze? e avete un e-commerce? 
Le calze le fluflu non hanno confini, sono disponibili in selezionati store in Italia, Giappone , America e presto in Inghilterra e Russia.

Per chi vuole saperne di più: www.leflufluitaly.com

a presto, Madame G.

LE CALZE ATTRAVERSO LA PUBBLICITA’ – puntata 2

Dall’eleganza assoluta alla praticità e al dinamismo, dal concetto di seduzione si passa al concetto di comodità. Valori che rappresentano ruoli e società in mutamento e che spesso tendono a ritornare alle origini. L’esempio dei nostri giorni è lampante. Il boom del reggicalze, grande ritorno, ripropone una donna altamente femminile e seduttiva che si pone in netta contrapposizione alla donna che indossa il collant che vuole comodità estrema e praticità. Spesso parliamo della stessa donna che diversifica i suoi capi di abbigliamento e i suoi accessori in base ai momenti della giornata.

diorPassiamo agli anni ’60 quello che probabilmente è uno dei primi esempi di calza “griffata”: le Calze Christian Dior, la cui immagine, essenziale e ancora attualissima, è affidata alla splendida matita di René Gruau, grande illustratore che poi ritroveremo al servizio della Bemberg. Da notare, nel contesto del medesimo messaggio, l’ abbinamento con il marchio della fibra “Delfion, prodotto dall’italiana B.P.D. (Bombrini Parodi Delfino): una media azienda chimica, forse più nota al pubblico per gli insetticidi e i prodotti per la casa, che, in quel periodo, era attiva anche nel campo delle fibre. I mitici anni ’60 proseguono con le Calze SISI, che introducono, per la prima volta, l’uso dell’immagine fotografica al posto di quella pittorica: una elegante signora si confronta con la propria immagine sfocata, e letteralmente priva delle gambe, spiegando di essere diventata una donna elegante solo dopo aver adottato le calze SISI: “…le mie gambe, motivo di tanta angustia, acquistarono d’un tratto un seducente risalto”. Nei messaggi della SISI è costante l’abbinamento con il marchio “nylon Rhodiatoce” e la donna è rappresentata sempre in atteggiamento di grande e compiaciuta soddisfazione, ora perché “Sa di essere ammirata…e questo la rende felice”, ora perché indossare calze SISI è un “inesprimibile piacere”.

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Anche le aziende che producono filati e fibre si dedicano alla comunicazione e alla pubblicità: negli anni ’60 la Rhodiatoce ribadisce la qualità della fibra con una propria campagna che rafforza l’immagine della marca, lanciando lo slogan “tutto il meglio è nylon” e attribuendo anche alle calze il marchio Scala d’Oro. tuttoilmeglioenailonL’immagine concentrata sulle gambe di una donna che scende da una Seicento a testimoniare un contesto di modernità e agiatezza che si poneva ai vertici del “lusso possibile” per il medio consumatore di quegli anni. Anche la Bemberg inizia la produzione del filo poliammidico, che, in omaggio al lago su cui si affaccia lo stabilimento, assume il marchio “Ortalion”.

E’ di quegli anni l’inizio della collaborazione con René Gruau, che firmerà l’immagine Bemberg per molti decenni. Gruau trova un modo raffinato e di grande eleganza pittorica per mettere in risalto, con sottile efficacia, sia i benefici effetti che il regalare calze può avere nella vita di coppia (1957), sia, con una vertiginosa prospettiva, l’efficace abbinamento tra un paio di calze colorate e una minigonna ben indossata (1967). Per arrivare a immagini in cui il corpo della donna ora è celato in una poltrona da cui emergono solo un paio di gambe affusolate.

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ortalion2Con il tempo – come abbiamo precedentemente accennato – cambiano i prodotti, cambiano le donne e l’immagine che si vuole dare e avere di essa. Cambia dunque il messaggio della pubblicità e la grafica, soprattutto. L’immagine fotografica con il tempo prende il sopravvento su quella pittorica. L’immagine che i produttori danno attraverso la pubblicità è sempre più legato alla funzionalità e alle performance che la consumatrice si può attendere da un manufatto, che acquisita sempre più contenuti innovativi. Si va dal collant all’autoreggente, dalla calza che dà un effetto “abbronzato” alla gamba, creando una motivazione d’acquisto voluttuaria ma funzionale ed efficace a quella trattata con una essenza di citronella, che allontana le zanzare, fino alla calza che, pur essendo elasticizzata (grazie a Lycra) e igienica (grazie a Meryl Skinlife), non rinuncia ad essere femminile e sexy, perdendo del tutto la vecchia connotazione di calza “sanitaria” da signora attempata. Forse una delle sintesi più efficaci nei messaggi pubblicitari è stato il tormentone  nella comunicazione di Pompea: “dress, no stress” ovvero “non strappa, non stringe, non stressa”, che è riuscito ad esprimere, con una forza non comune, il concetto di abbigliamento come strumento attivo che favorisce il benessere psico-fisico del consumatore nella routine quotidiana. Un risultato dovuto certamente anche alle nuove performance delle fibre fatte dall’uomo combinate con le più tecnologie di produzione.

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Oltre a Pompea chi non ricorda poi lo slogan delle Calze LevantePeccato coprirle”, dove si sottolinea la bellezza di un paio di calze, belle da indossare e mostrare. Oppure lo slogan della Filodoro La differenza si vede, si sente, si tocca” un messaggio che lega bellezza, eleganza, qualità del filato in un unico prodotto.

Questi post ci hanno permesso di viaggiare nel mondo delle calze attraverso le pubblicità, abbiamo visto i più celebri su carta stampata. Ne vedremo anche altri in una serie di post che ho deciso di creare ogni settimana in cui vi ripropongo in una sorta di “amarcord…” gli spot tv più celebri.

A presto, Madame G.

LEGGINGS …QUESTIONE DI GUSTI

Vi ho lasciato in estate parlando di leggings…e riprendo nuovamente con questo argomento. Non perché mi stia particolarmente a cuore o abbia un amore sfrenato verso questo capo d’abbigliamento, ma perché nell’ultimo periodo in qualsiasi negozio entro i leggings la fanno da padrone.

Confermo che sono versatili, che si adattano alle forme (anche troppo) e che con una casacca o maxi-maglia riesci a essere trendy, ma si sa che – come dice il detto – il troppo storpia.  Se prima erano appannaggio dei marchi di calze ora i leggings sono proposti da tutti i marchi, da quelli più “in” a quelli meno, li trovi in tutti i colori, in tutte le fantasie e nei tessuti più svariati, anche quelli tipo finto cotone che ti fanno sudare e grattare da morire.

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Questo 2013 è esplosa la mania, una sorta di febbre da leggings. Dalle ragazzine alle donne adulte ogni età è buona per metterne un paio. Così pare, visto ciò che si vede in giro.

Sbagliatissimo dico io.

Non trovo niente di male nel vedere una quindicenne con leggings e maglietta, un paio di sneakers e  voglia di stare comoda, niente di sbagliato in una casacca fashion, magari con pailettes e lustrini o un miniabito con un bel leggings nero accompagnato da un bel tacco per una ragazza. Ma vedere una donna intorno ai 45–50 anni e addirittura con qualche chilo in più con i leggings, scimmiottando una gioventù sbarazzina e ormai passata, mi fa solo ridere e addirittura accapponare la pelle. Vedere una ragazzina un po’ abbondante con un leggings, nero o colorato e una t-shirt maxy non dà fastidio, vedere una signora rotondeggiante sì… fatto salvo della comodità dell’indumento, per il resto evitate se potete.

IMG_4312Certo ci sono donne che nonostante l’età possono permetterselo, che hanno il fisico adatto a sfoggiare un pantcollant attillato, ma non sempre gli abbinamenti scelti sono giusti, non sempre il risultato è quello vincente. Spesso, infatti, mi capita di vedere qualcuna che osa un po’ troppo scegliendo fantasie, che possono piacere o no, ma che  secondo il mio personale gusto trovo “orribili”.

Non voglio sembrare troppo rigida nei miei giudizi. E’ solo una questione di buon gusto. Tutti sappiamo riconoscere una bella donna, raffinata ed elegante..e allora mi chiedo perché si fa tanta fatica a riconoscere che una cosa non sia bella, nonostante venga spacciata per trendy o di moda. Mi direte che dipende dai gusti …  e logicamente deduco che di buon gusto non ce ne sia molto in giro, né tanto meno marchi e produzioni moda ci aiutano visto quello che c’è nei negozi.

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E ritorno ai leggings.

L’altro giorno ero in giro per alcuni store di Roma per accorgermi che la maggior parte dell’abbigliamento è massificato, si somiglia un po’ tutto..e i leggings trionfano. Calzedonia, GoldenPoint, Yamamy, Mango, Benetton, Tezenis, senza contare poi i marchi votati ai ragazzini: tutti propongono la loro versione moda dei leggings. Dall’atmosfera molto anni ’80 ritorna prepotente il fuseaux, cambia nome, ma la sostanza è quella. A fiori, animalier, camufflage, a righe e pois, con le croci e con i teschi (che sono di gran voga), macchie, pied à pul ed etnici (quest’ultimi somiglianti a tappeti o simili…). Insomma tanti e per tutti i gusti..e che gusti!! E dalle foto che compaiono nel post vi rendete conto di cosa parlo.

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Personalmente non li indosserei, io preferisco i colori scuri, le tinte unite, per cui banalmente la mia scelta andrebbe su un classico leggings nero di cotone o microfibra, al massimo con effetto push-up se vogliamo aiutare il fisico. Sempre e solo con i tacchi e con il lato b rigorosamente coperto. Nel dubbio con una calza coprente o un bel paio di collant non si sbaglia mai..

Il resto lo bandirei proprio, mi chiedo chi li pensa e li disegna e poi chi li compra. Accertato che sono stati comprati mi chiedo.. ma il buon gusto dove è andato a finire?

Non me ne vogliate, ma mi dovevo sfogare.

A presto, vostra Madame G.

Gambe & Calze nel manuale di seduzione di Debora Ferretti.

Lei si chiama Debora Ferretti, scrittrice e volto de La Maleducaxxxion, salotto al femminile disinibito, in onda su La7d. Ci siamo conosciute in occasione dell’uscita di un suo libro MGM “Manuale delle Giovani Mignotte”, a cui è seguito un MGM2 (AlibertiCastelvecchi). Due maliziosi e “utili” manuali in cui si racconta di una donna, che sa usare il proprio fascino e la propria bellezza per i propri obiettivi. Due libri che vi consiglio da portare sotto l’ombrellone e magari applicare già durante le vostre vacanze.

deboraSenza falsi moralismi e senza mai istigare a un “do ut des” sessuale, Debora Ferretti è un’esaltatrice della seduzione e del suo immenso potere che porta ogni donna a conquistare il mondo. Nei suoi libri parla anche di look, moda e di come una donna che vuole conquistare e saper apparire deve vestire. Dai capelli alle scarpe, ovviamente passando per le calze. E allora eccovi la nostra chiacchierata sul tema calze.

Inizio col chiederti come interpreti la calza nel look di una donna. E’ secondo te elemento importante e quanto? Le gambe femminili mi piacciono nude. Non c’è calza che tenga al confronto della pelle. Quindi gambe come mamma le ha fatte ogni volta che temperatura, depilazione e colorito lo consentono. E comunque sempre di sera, al chiuso, a prescindere dalla stagione. Diktat a parte la calza è decisiva nel look di una donna. Non la considero un accessorio ma un capo di abbigliamento vero e proprio, determinante per lo stile.

Nel tuo libro, uno smaliziato manuale di seduzione, dai una tua personale e originale definizione di “mignotta”. Ce la spieghi?Chiunque usa con consapevolezza e convinzione le proprie facoltà seduttive è una mignotta. Quando ci esponiamo, quando ci mettiamo in mostra è sempre per un rientro. Che il rientro sia semplicemente il gusto di affermarci o piacere – a un maschio ics come a una nuova collega – o che invece riguardi qualcosa di concreto – regalini, denaro, lavoro – il discorso è lo stesso: ci diamo per avere. È un atteggiamento sia maschile che femminile (in rapporto 1 a 1000 però!) che nelle donne è diventato bandiera grazie al successo riscosso fin dalla prima volta: Eva seduce Adamo per un peccatuccio di gola e lui si lascia abbindolare senza riflettere che quel morso di mela gli vale l’inferno.

mgm2Una vera seduttrice usa tutto il suo corpo, dai capelli ai piedi passando per sguardo e tette. E le gambe? Come le usa e come le deve vestire? Sono una fautrice degli occhi e della voce. Ma una donna è tutto il suo corpo e tutti i suoi attributi, e le gambe sono di certo un’arma di convincimento di massa. Per avere un’idea di quanto tengo in considerazione le gambe, basta prendere in mano MGM2. Escort sarà lei! In copertina compaiono due spavalde gambette in calze a rete nera e nella quarta di copertina c’è scritto: ‘L’emozione maschile davanti a un paio di gambe è la migliore risposta alla domanda: “Come abbiamo fatto a diventare sei miliardi e mezzo?” Perciò gambe in bella vista a più non posso, gonne e vestiti sempre da preferire ai calzoni, calze di ogni ordine e tipo ma MAI e ribadisco MAI le velate color carne per far finta di essere a gamba scoperta. Le velate effetto naturale sono il corrispettivo del calzino bianco maschile: imbarazzanti. Sono orrende indosso e sono raggelanti quando vengono tolte e diventano rotoli color arto artificiale. Niente deroga nemmeno per la calza velata con la riga (nera, colorata, di strass che sia): meglio farsela disegnare direttamente sulla pelle o dirottare su altro.

Per ogni tipo di donna esiste un look, ma vogliamo parlare di calze? Mi abbineresti per ogni forma di seduttrice un tipo di calza adatta?Le tipologie di mignotta finora conosciute sono parecchie e in costante aumento. Va da sé che non si possono vestire ad hoc le gambe di tutte… Il look calzifero deve sempre tenere in considerazione l’ambiente e l’occasione in cui lo si sfoggia perché una seduttrice modello non è mai inopportuna. Anche quando esagera lo fa con cognizione di causa e anche quando è apparentemente sotto tono si tratta di strategia. Occhio all’età e alle caratteristiche fisiche: no alle parigine in menopausa, no a rombi, righe e losanghe sui cosciotti torniti, no al bordo dell’autoreggente a vista (è alla stregua del perizoma che esce dai pantaloni). Sì al pizzo e alle geometrie quando abito o gonna sono essenziali. Bando ai rammendi e alle smagliature fermate con lo smalto. Attenzione al look domestico: molto sexy il calzettone con la sottoveste, gli orecchini di perle e lo sguardo da gatta di casa.

mgmQualche consiglio per le nostre lettrici da una “donna da manuale”. Reggicalze. Le autoreggenti sono sempre sulla cresta dell’onda, certo: dai tempi della mondina Mangano quella pelle scoperta tra il bordo della calza e l’inguine dà alla testa, ma vuoi mettere il reggicalze!

E infine parliamo di te: quali calze indossi? Quali non indosseresti mai? Senza calze il più possibile. Poi collant di ogni ordine e tipo, senza esagerare con le fantasie. Non vado pazza per le autoreggenti, le trovo scomode. Anche se eccezionalmente ammiccanti…

Grazie a Debora Ferretti e se volete sapere qualcosa di più sui libri di Debora Ferretti ecco la recensione scritta per il portale Arterotica. Buona lettura!!

SCOPRIAMO L’ECCELLENZA DELLE CALZE MADE IN ITALY CON LUCA BONDIOLI

Quando ho pensato di dar vita a questo blog l’idea iniziale era quella di assecondare la mia passione per le calze come indumento da indossare, saper abbinare e consapevole che come accessorio moda possono essere vere protagonista del proprio outfit. A questa idea più fashion si sviluppa in parallelo l’idea di parlare di calze come simbolo di femminilità e seduzione, aprendo un capitolo importante per i nostri post. A prescindere dalla moda, si è parlato della calza, della sua storia, del suo simbolismo e ho cercato di dare informazioni e consigli su come sceglierle, abbinarle, capire il giusto modo di indossarle.

In questi mesi ho dialogato anche con diversi personaggi, molti dei quali produttori di calze in Italia e di molti abbiamo scritto e letto insieme. Oggi incontro un personaggio “particolare”…lo definisco così perché non sapevo esistesse un distretto di produzione delle calze e soprattutto con il tempo sono venuta a conoscenza di una grande produzione italiana di calze, che arrivano come simbolo del nostro made in Italy in tutto il mondo. Lui è Luca Bondioli, presidente dell’Adici, che da sempre segue il blog e visto il comune interesse si è prestato volentieri a rispondere alle mie domande. Così conosceremo dall’interno la realtà della produzione di calze e la sua portata a livello internazionale.

bondioliSalve Luca, innanzitutto spiegaci cos’è l’ADICI e perché è stata costituita. ADICI, Associazione Distretto Calza e Intimo nasce nel 2009 per iniziativa di drappello di imprenditori del settore, per lo più trentenni, molti di loro rappresentanti della terza generazione impegnata nelle aziende di famiglia. Le motivazioni che ci hanno spinto a metterci in gioco sono da ricercarsi nella convinzione che il nostro distretto vuole e può continuare ad essere un distretto d’eccellenza, ai vertici mondiali per quantità e qualità nella produzione delle calze. Il know-how costruito in decenni di sacrifici fatti da imprenditori e lavoratori del settore merita di essere tutelato, difeso, per poter essere rilanciato.

Quante aziende ci sono in Italia e quanto è ampia la produzione della calza. La produzione di calze da donna contata ancora nel distretto tra Brescia e Mantova oltre 400 aziende, per circa 11.000/12.000 addetti tra diretti e indiretti, e un fatturato di poco superiore al miliardo di euro. 

La moda italiana eccelle, dunque, anche per la calza e a quanto pare soprattutto all’estero. Confermi? Quali paesi richiedono i nostri prodotti?      Il distretto è assolutamente vocato all’export, con oltre 600 milioni di euro realizzati nel 2012. Oltre 400 milioni di euro sono realizzati sui mercati della UE 27, tra cui spiccano per importanza Francia, UK, Germania e Spagna. Il resto del mondo pesa ancora relativamente poco, circa 42 milioni di euro, di cui circa 18 milioni di euro conseguiti sui mercati asiatici e altrettanti nelle Americhe, con gli USA a poco meno di 10 milioni di euro. In generale la cultura della calza è particolarmente radicata nei paesi asiatici. Giappone, Cina e Korea rappresentano quindi mercati ai quali guardare con molto interesse in futuro.

Puoi farci qualche nome, vista la tua esperienza diretta, di marchi italiani importanti e che lavorano al top della qualità. Mentre all’estero quali sono i marchi che potrebbero essere nostri concorrenti? Ci sono diversi marchi italiani importanti, e nel complesso tutti offrono relativamente al proprio posizionamento di mercato il massimo della qualità. Fare nomi vorrebbe dire fare torto a qualcuno.

tg5 In una tua recente intervista al TG5 hai parlato del problema della contraffazione. Esiste veramente e quali sono le sue conseguenze? Esiste, eccome. Lo abbiamo segnalato ancora sul finire del 2011, quando abbiamo avuto la possibilità di essere convocati in audizione dalla COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUI FENOMENI DELLA CONTRAFFAZIONE E DELLA PIRATERIA IN CAMPO COMMERCIALE. Dall’indagine presentata emergeva che il 15% delle calze analizzate era priva di etichettatura, nel 34% dei casi l’etichetta riportava composizioni fibrose errate, che nel 6% dei casi si erano trovati residui di metalli pesanti, mentre con un peso del 4% ciascuno alcuni campioni avevano dato esito positivo relativamente alla presenza di formaldeidi, ammine aromatiche cancerogene e coloranti allergenici. E’ del tutto evidente quindi che da un lato il consumatore rischia di pagare per prodotti realizzati con fibre meno pregiate di quelle dichiarate o per prodotti di cui nulla può sapere circa la loro qualità essendo mancanti di etichettatura. Dall’altro, e questo è ancor più grave, il consumatore è esposto a seri rischi per la propria salute, essendo le sostanze riscontrate potenzialmente causa di dermatiti ed altre patologie rilevanti.

logo_adiciQuali sono secondo te le caratteristiche essenziali che contraddistinguono la vera calza “made in Italy”? Credo che lo slogan adottato da ADICI le riassuma al meglio: BELLO E BEN FATTO. Aggiungerei anche SICURO, visto l’assoluto scrupolo con il quale le aziende italiane del settore lavorano.

Nella produzione della calza si può parlare di artigianalità e tradizione in parallelo all’innovazione tecnologica? Si può parlare di entrambe, e senza tema di smentita. Da un lato le aziende del distretto utilizzano lo stato dell’arte delle macchine circolari. Dall’altro l’inserimento nelle collezioni di calze fantasia, stampate, con applicazioni (es. Swarovski, ecc.) ne fanno un prodotto che testimonia l’altissima capacità artigianale presente sul territorio.

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In questi mesi sono venuta a conoscenza di molti marchi italiani che producono esclusivamente per l’estero senza presentare i loro prodotti sul mercato italiano. Come mai? Questione di costi o di target? Entrambi. In Italia mancano i retailer in grado di sviluppare una proposta sulle calze qualitativamente diversificata. La distribuzione si è sviluppata soprattutto grazie a pochi marchi che hanno fatto crescere il mercato in volume, ma necessariamente massificandolo. Dall’altro la GDO, altro canale di distribuzione importante, è in Italia attenta primariamente al prezzo, diventando quindi inaccessibile per molti dei nostri produttori nazionali. Risultato: si servono i mercati esteri dove retailer qualificati e una GDO che valuta meglio il rapporto qualità/prezzo permettono alle nostre aziende di giocarsi la partita. 

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Da presidente dell’ADICI quanto è diffusa nel nostro paese e nel settore moda la cultura della calza? Purtroppo ancora molto poco. In particolare il dialogo con gli stilisti è ancora solo abbozzato, persistendo difficoltà nel far percepire le potenzialità che la calza potrebbe avere nel caratterizzare a pieno il look. Come associazione abbiamo fin da subito cercato di avviare questo dialogo, cercando di proporre la calza non più come prodotto di consumo, ma come accessorio di moda. 

Te lo chiedo perché tra le “consumatrici” i marchi più conosciuti sono pochi e sempre gli stessi, mentre esistono numerose aziende di gran pregio poco conosciute, difficili anche da trovare nei negozi (se non quelli specializzati). Mi spieghi a cos’è dovuto questo squilibrio: scelta di mercato, mancata comunicazione, questione di costi più alti elevati rispetto a una serie di prodotti più “commerciali”? Pochi marchi conosciuti, è vero. Ritorniamo a quanto detto precedentemente, manca una distribuzione adeguata. Le vecchie mercerie che potevano offrire alla clientela servizio e scelta sono scomparse, a tutto vantaggio di franchising che hanno giocoforza massificato il prodotto.

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Sono curiosa di sapere quante persone lavorano per la produzione della calza e come viene ideato un modello di calza. Nonostante la crisi abbia colpito duramente anche il nostro settore, ancora oggi nel distretto lavorano direttamente e indirettamente per la calza non meno di 12.000 persone. La creazione delle collezioni è sempre più un esercizio di apertura verso il mondo, pronti a cogliere le tendenze e le sollecitazioni provenienti dagli ambiti più disparati. Inoltre, possibilità di filati, di stampa, di tintoria, di applicazioni e altro ancora hanno ampliato di molto la creatività che si può mettere in campo nell’ideare i nuovi modelli.

Che rapporto esiste tra la moda calza e la moda tout court..? Il rapporto con il mondo della moda è ancora, come detto sopra, molto lontano, ma qualche grande firma comincia ad intuire il potenziale della calza come accessorio e ad apprezzare la qualità e l’innovatività dei campionari proposti da alcune aziende del distretto.

Grazie a Luca Bondioli, e per chi volesse saperne di più www.adici.it

Le foto a corredo dell’intervista sono tratte dal Calendario “Bellezze del Garda 2013”  pubblicato dall’Adici.

Madame G.