LA PARIGINA MI PIACE…SI..NO..FORSE…

Eccomi qua..e come vi dicevo nello scorso post, oggi vi riporto la risposta al sondaggio sulle parigine di un lettore: si chiama S., uomo, 28 anni di Pescara, studia e lavora ed amante delle calze…e già per questo noi lo classificheremo come un buongustaio…

parigina lana nera

parigina lana nera

Abbiamo avuto in questi mesi alcuni scambi di opinione, consigli e altro riguardo alle calze, ma sono rimasta un po’ perplessa quando ho letto la sua risposta in merito alle parigine. Non do giudizi sul gusto, possono piacere o no, e ognuno – come abbiamo già detto – ha i suoi buoni motivi. La cosa che trovo alquanto strana è che mancano dei fondamentali…. vediamo un po’.

S. mi scrive: “Per quanto riguarda le parigine…Io non le adoro molto…Perché molte persone non sanno usarle…E non sanno abbinarle ad un abbigliamento consono… Inoltre credo che non mi piacciono molto in quanto ricordano un pò le ragazzette, sopratutto quelle di lana. Forse fa meno donna rispetto ad una calza. Però ce ne sono molti tipi che sono molto belle. Mi piacciono insieme ad una calza velata…non a gamba nuda. Devono essere contrastanti altrimenti sono quasi inutili. Le odio quando le indossate con gli stivali. Odio la parigina che sembra un’autoreggente corta. E soprattutto devi saperla portare…Devi riuscire a non essere troppo volgare…Ma stilosa. Ad esempio tu hai stile...”

A parte i complimenti, sempre ben graditi, direi che il nostro amico dovrebbe partire dal presupposto che le parigine è una sorta di autoreggente corta o calzerotto sopra il ginocchio. Non la si può indossare tirandola su come una normale autoreggente, in quanto non lo è e se indossata male sarebbe un’altra cosa. Indossarla senza calze sotto è il massimo. Io non sono amante della doppia calza, posso essere comprensiva su un particolare outfit, ma mettere la calza velata sotto con la parigine sopra, a mio avviso uccide la magia che la parigina come indumento sa creare. Al di là del contrasto cromatico o di tessuti con cui si può giocare e che piace a S.

Indossata con tacchi e stivali..secondo me va bene in entrambi i modi, bisogna capire che tipo di look si vuole avere. Certamente saremo di tendenza e mai troppo eleganti, un casual chic potrei azzardare. E infine il ricordo delle ragazzette, che al nostro amico non piace, ma che è naturale, è vero, è fortemente sexy..(provate a chiedere in giro). In fondo quell’aria da Lolita o da collegiale che le parigine regalano non è altro che la malizia che si incarna in un apio di calze.

Siete d’accordo con me? A S. un grazie di cuore e continua a seguirmi… Madame G.

DONNE IN CALZE A RETE..GLI UOMINI CI VEDONO COSI’

Qualche settimana fa ho chiesto ai nostri lettori maschietti cosa pensano delle calze a rete e soprattutto che immagine hanno della donna in calza a rete. La mia domanda voleva essere un po’ provocatoria per cercare di capire se la calza a rete rappresenta  un cliché di sensualità “eccessiva”.

rete a quadri

rete a quadri

Premetto che a me le calze a rete piacciono molto, semplici o con particolari fantasie, il segreto alla base è saperle abbinare. Trovare il giusto colore, le fantasie più adeguate, la lunghezza giusta degli abiti, le scarpe…insomma nell’outfit con calza a rete ogni elemento deve essere equilibrato, tutto deve sposarsi in modo omogeneo. In questo modo si eviterà di attrarre troppo l’attenzione su un elemento che già da sé è catalizzatore.

 

Veniamo al sondaggio: tutti i nostri amici sono concordi nel dire che la calza a rete è apprezzata, se non risulta pesante e volgare.

Il 80% degli uomini intervistati ha confermato: sì, mi piace la calza a rete e in questo sì la preferenza va alla rete classica, anche se qualcuno più fantasioso c’è. Flavio per esempio si dice estimatore del nylon più che della rete, ma non disdegna le fantasie retate, cosa difficile negli uomini, che tendono verso le cose più lineari.

rete tipo pizzo

rete tipo pizzo

Ma com’è una donna in calza a rete? Secondo Francesco, che dà voce all’intero coro maschile: “e come vuoi che sia? E’ molto sexy se le sa portare, altrimenti può sembrare una “strappona” (che tradotto dal romano è una donna volgare)”. Il pensiero di Francesco è un po’ il pensiero diffuso di molti uomini, che vedono nella calza a rete un accessorio erotico e sensuale esplicito. Se il reggicalze incarna un desiderio con eleganza e raffinatezza, la calza a rete è molto più diretta. Quasi una proposta esplicita.

Anche Salvatore mi dice: “Le calze a rete mi piacciono molto e una donna in calze a rete se con un giusto abito la trovo molto sexy”. In questo caso è l’abito che fa  la differenza. E anche secondo il punto di vista maschile, che è molto attento più di quanto crediate, questa cosa viene messa in evidenza. La calza a rete necessita del giusto abbinamento, altrimenti si rischia di sfociare in un’immagine pesante. Va riconosciuto, infatti, che come accessorio non è del tutto sobrio, soprattutto se parliamo di calza a rete nera, e oltrepassare la misura, scadendo nella volgarità è facile e immediato, soprattutto l’abbinamento è sbagliato.

RETECLASSICA

Marco con ironia ci dice: “le calze a rete mi piacciono se la rete è fine fine e non grossolana (con quelle ci si pesca i tonni). Una donna in calze autoreggenti (a rete o non) è  sempre un bel vedere. Classe e sex appeal”.

Emblematica l’opinione di Angelo che scrive: “La donna che usa una calza a rete, soprattutto d’estate riflette l’immagine di una donna sofisticata, che non rinuncia alla costruzione  estetica e seduttiva del suo look. Diversamente una calza a rete d’inverno mi trasmettono una carica erotica forte”. La visione di Angelo a ben pensarci si impernia sul concetto di coprire – scoprire.

Le calze a rete sono calze che lasciano visibilmente vedere la gamba, la carne, che si può toccare senza il filtro del nylon, ma solo dei fili elastici che la avvolgono. D’estate la calza a rete si propone come un ricercare un look studiato, voluto, un coprirsi, in una stagione in cui le calze non si indossano, mentre d’inverno significa scoprire, esplicitamente far vedere e innescare in questa visione un  desiderio carnale proprio.

Ed è proprio la carnalità evocata dalla calza a rete, che non la rendono una calza prettamente elegante, fatta eccezione per la micro-rete color carne. Una carnalità che ci porta come visione indubbiamente all’immagine della prostituta, ecco perché quel forte senso erotico, un po’ come il reggicalze che da indumento da tutti i giorni con l’avvento del collant divenne indumento delle “professioniste dell’amore”..

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Infine leggiamo due voci discordanti e molto interessanti, che ci fanno capire come la sensualità raffinata dovrebbe vestire diversamente.

Vincenzo:  “non adoro particolarmente le calze a rete, molte volte quando le donne le indossano danno un’idea di trasgressione ed eros troppo forte ed accentuata, l’immagine di una donna che non è da me preferita. Personalmente amo le cose più sobrie ed eleganti, ma allo stesso tempo sexy.”

IMG_3343Daniele scende molto nel particolare:Immagino di andare un po’ controcorrente se dico che non amo particolarmente questo indumento. O almeno, posso apprezzarlo solo se usato con tutte le cautele del caso. Credo non siano facili da indossare, perché è facile scivolare sul volgare e bisogna ponderare bene gli abbinamenti. Sicuramente da bandire le maglie larghe, a favore di quelle strette, che solo l’occhio attento può riconoscere non trattarsi di una calza semplice. Mi possono piacere magari quando fanno capolino da sotto un pantalone a tubo, di modo da poterle intravedere solo sulla caviglia o sul collo del piede. Negli altri casi, bocciate! Sono tante altre le calze che preferisco e in grado di evocarmi un erotismo, diciamo, più raffinato”.

La questione abbinamenti con le calze a rete è cruciale. E’, dunque,  necessario trattare con calma e dovizia di particolari e consigli l’argomento. Vi rimando al prossimo post…

Madame G. 

La bellezza minimalista e perfetta della calza coprente

blackEppure nella diatriba aperta tra calze velate e coprenti, qualcuno che ama la calza coprente c’è. Sono pochi a dire il vero, dalle risposte ricevute si contano sulla punta delle dita, la maggior parte come vi ho scritto nel primo post relativo a “calza coprente vs calza velata” parteggiano tutte per quest’ultima. I motivi sono simili tra loro e forse ricalcano un po’ un forma di immaginario stereotipato…

C’è invece chi fa la differenza e preferisce la calza coprente, ribaltando le teorie fin qui espresse. Annullando il gioco del vedo e non vedo, la sensazione setosa della calza lucida, affida i sensi della vista e del tatto alla copertura totale senza sfumature, a suo dire “perfetta”.

Lui è Angelo e confessa:  “Personalmente preferisco la calza coprente. Non ho mai riflettuto sul perché di questa scelta, credo sia dovuto alla mia mania di perfezionismo estetico, una calza coprente da l’impressione di perfezione, di superficie continua, di levigatezza… di bellezza minimalista ed essenziale ricercata dal lavoro dell’uomo, bellezza meditata,  che arriva dopo un lavoro di aggiustamento…. la bellezza selvaggia, libera dal condizionamento umano –  per così dire – non mi ha mai interessato troppo. Per queste stesse ragioni amo  il calzettone di lana alla parigina, purché sia non troppo spesso, altrimenti diventa un orpello troppo ingombrante…”

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Questi uomini non finiscono mai di stupirci…

A presto, Madame G.